L'Ispettore Generale
DATA: 20 FEB 2024
ORA: 21,00
DURATA: 120'
/ ROCCO PAPALEO
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di Nikolaj Gogol
LOCANDINA
PODESTÀ Rocco Papaleo /
CHLESTAKOV Daniele Marmi /
OSIP Giulio Baraldi /
MOGLIE Marta Dalla Via /
FIGLIA Letizia Bravi /
GIUDICE Marco Gobetti /
SOVRINTENDENTE OPERE PIE
Gennaro Di Biase /
DOBÄŒINSKIJ Michele Schiano di Cola /
BOBÄŒINSKIJ Michele Cipriani /
DIRETTORE SCOLASTICO Marco Vergani /
UFFICIALE POSTALE Marco Brinzi /
MEDICO, VEDOVA, CAMERIERA
Elena Aimone /
ATTENDENTE, MERCANTE
Salvatore Cutrì /
musiche originali Andrea Chenna /
scene Andrea Belli /
costumi Margherita Baldoni /
luci Alessandro Verazzi /
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Produzione:
TEATRO STABILE DI BOLZANO
TEATRO STABILE DI TORINO TEATRO NAZ.
TSV - TEATRO NAZIONALE
Rocco Papaleo è protagonista de “L’ispettore generale” di Gogol, uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa. Scritta quasi duecento anni fa, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare, rivive oggi grazie alla regia di Leo Muscato.
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LO SPUNTO CHE SPINSE GOGOL A SCRIVERE L'OPERA:
Russia, anno 1826: per controllare la vita e l'operato dei suoi sudditi, lo zar Nicola I° istituisce un nuovo organo di Stato chiamato "Terza sezione della Cancelleria privata di Sua Maestà Imperiale". Era una Polizia Politica, una sorta di inquisizione, che perseguì e ostacolò tutti i liberi pensatori, fra cui Dostoevskij, Puškin e Gogol stesso. In breve tempo questo sistema scatenò un processo di burocratizzazione della macchina amministrativa ed aumentò esponenzialmente il livello di corruzione fra i funzionari statali.
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LA COMMEDIA:
“L’ispettore generale”, scritta nel 1836, è una commedia satirica estremamente divertente che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene un potere e si ritiene intoccabile. È forse l’opera più analizzata, criticata, incompresa, difesa, osteggiata, della letteratura russa di tutti i tempi. Gogol stesso si sentì in obbligo di scrivere diversi testi che fugassero i fraintendimenti sorti al suo debutto.
La trama, di per sé, è molto lineare e si basa su un equivoco: Chlestakov (Daniele Marmi) è un frivolo viaggiatore di passaggio in un remoto paesino che viene scambiato per un alto funzionario dello Stato spedito dallo zar ad indagare sulla condotta dei funzionari cittadini. Il malinteso scatena conseguenze nefaste per i “notabili” del piccolo villaggio - primo tra tutti per il Podestà (Rocco Papaleo) - che si troveranno a vivere il giorno più lungo e tragico della propria esistenza, col timore di venire smascherati.
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LE REAZIONI ALLA PRIMA ASSOLUTA DELL'OPERA IN RUSSIA:
Non era la prima volta che sulle scene russe venivano rappresentati gli abusi quotidiani dei burocrati statali. Ma tutti i testi precedenti erano basati sulla contrapposizione fra il bene e il male, con personaggi positivi e negativi. Ne “L’ispettore generale”, invece, per la prima volta, i personaggi sembravano essere tutti negativi, e per gli spettatori dell’epoca, questo era inconcepibile. Persino il finale appariva eccessivamente ambiguo, sia perché sulla scena non venivano rappresentati il trionfo della giustizia e la punizione dei corrotti, sia perché non era esplicitato se il vero ispettore generale annunciato nell’ultima scena, avrebbe fatto giustizia o si sarebbe comportato come il falso revisore. In realtà, il testo di Gogol è molto più metaforico che naturalistico e denuncia attraverso riso e comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista.
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L'ATTUALITA' DELL'OPERA DI GOGOL:
“L’ispettore generale” conduce in un mondo in cui l’ingiustizia e il sopruso dominano l’esistenza. Ma non è l’uomo a essere malvagio; è la società che lo rende corrotto e corruttore, approfittatore, sfruttatore, imbroglione.